di Michela Fronti
Quando in inverno, camminando su un sentiero, osservi quello che ti circonda, noti una natura assopita, dormiente, monocromatica e rada: tronchi e rami che in primavera sono nascosti dal fogliame spuntano marrone grigiastri ovunque. Poco verde di muschi, felci, qualche ciuffo d’erba e qualche albero sempreverde. Quando ci si imbatte in un arbusto di rosa canina i suoi cinorrodi rosso fuoco saltano agli occhi. La natura ci dà quello di cui abbiamo bisogno al momento opportuno e queste bacche arrivano giuste giuste per aiutarci a superare influenze e raffreddori.
La rosa canina è un arbusto della famiglia delle rosaceae, con foglie verdi caduche e grosse spine rosse arcuate. Quando la si raccoglie si impiglia ovunque, rovinando abiti e giacche! Sembra quasi volerci intrappolare. Un suo segno distintivo sono proprio le spine a base allungata e ricurve.

Fiorita ha bellissime roselline a 5 petali bianchi con striature rosa. I falsi frutti ( che chiamiamo erroneamente bacche, i frutti sono all’interno di queste ) sono i cinorrodi rossi che si raccolgono dopo la prima gelata in autunno / inverno. Il freddo serve a fissare la vitamina C contenuta al loro interno. Da secoli viene usata per scopi officinali e fitoalimurgici sia per il suo ottimo sapore leggermente pungente ma soprattutto per le sue proprietà antinfiammatorie e astringenti. Un decotto di rosa canina ( non con acqua bollente altrimenti la vit. C viene annullata ) previene e cura i raffreddori, un mellito di rosa canina ( miele + cinorrodi ) è un ricchissimo integratore, l’acqua di rosa aiuta le pelli arrossate.
Certo è che il suo secondo nome ‘gratakùl’ se l’è meritato per un valido motivo: raccolti i cinorrodi, questi vanno puliti dai filamenti interni e dai semi perché fortemente irritanti dell’intestino. I semi essicati sono degli ottimi antiparassitari, i filamenti invece si possono buttare. Quindi quando si fa un decotto poi va tutto filtrato attentamente, e quando si prepara la buonissima confettura di rosa canina armiamoci di pazienza. Ogni cinorrodo va aperto a metà e pulito ben bene. Un lavoraccio che però porta ad un prelibato risultato!