di Michela Fronti
«Sì, me l’ha chiesto» bisbigliò Olivander. «Voleva sapere tutto quello che potevo dirgli sulla bacchetta nota sotto vari nomi, Stecca della Morte, Bacchetta del Destino o Bacchetta di Sambuco». “Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)”
Il legame che questa pianta ha con la magia è profondo, si perde in ogni luogo e in ogni tempo. Il sambuco è detto l’albero delle streghe ed i motivi sono svariati. Le tradizioni contadine dell’Europa sono ricche di usi e simbologia. In particolare la tradizione dell’Europa del Nord gli attribuiva sette virtù magiche, una per ogni parte della pianta: radici, corteccia, germogli, foglie, fiori, bacche e midollo interno. In Irlanda si diceva che proteggesse dalla negatività: se ne portavano rametti addosso, si appendevano fuori dalle case per proteggerle dai fulmini, si piantava intorno ai recinti del bestiame per proteggerlo e mantenerlo in salute. I conducenti dei carri funebri usavano frustini di sambuco per proteggersi dagli spiriti malevoli dei morti. Chi osava tagliarlo, rischiava la pena di morte! Il sambuco aveva anche fama di essere un protettore dei bambini. In alcune leggende si diceva che di notte sradicasse le sue radici per andare a controllare i bambini dormire.
Oltre a questa funzione di protezione, il legno di sambuco veniva impiegato per la costruzione di oggetti, tra cui gli strumenti musicali. La composizione dei rami presenta un’anima simile a una spugna che, quando il ramo cresce, secca e diventa polvere, lasciando una cavità al suo interno. Questa struttura fa in modo che i rami cavi emettano dei suoni nelle giornate di vento. Si realizzano infatti fischietti, flauti e altri strumenti, ancora oggi con il sambuco si costruisce la zampogna. E’ di sambuco anche il piffero della favola “Flauto Magico” in grado di incantare sia gli animali che i bambini col suo suono.
Nel tempo si sono legate e ingarbugliate storie, tradizioni e leggende, che fanno di questo albero un meraviglioso incontro nei boschi ma anche sulle rive dei fiumi, sulle piste ciclabili, sui sentieri molto frequentati. Davanti ad un sambuco è bene fermarsi e salutare. Sia mai che uno spirito sia li in attesa…

Veniamo alla parte botanica: piccolo albero con rami incurvati verso il basso, che presentano lenticelle bianche e la chioma ha una forma arrotondata. Molto spesso si trova in forma arbustiva. I rami hanno un legno la cui parte centrale è caratterizzata dalla presenza di un tessuto bianco e spugnoso. Foglie caduche, opposte, composte da 3-7 foglioline ovato-acuminate imparipennate, con margine seghettato e apice appuntito. Fiori: infiorescenze a corimbo dalla superficie piana, dal diametro di 10-20 cm, composti da fiorellini molto piccoli bianchi a 5 petali con antere gialle, profumatissimi. Frutti: drupe nero-violacee portate da un picciolo rosso.
In Italia esistono tre specie differenti di Sambuco. Due sono alberi che possono raggiungere anche i 10 metri di altezza. La terza é l’Ebbio – Sambucus Ebulus – che è una grande pianta erbacea perenne. Quest’ultimo viene anche definito Sambuco velenoso o Sambuchella.
Ecco qui la mia passione per ‘i falsi amici’. Mi piace, quando conosco nuove piante, trovare i loro simili tossici. Fin dalla prima volta che mi sono approcciata a questo mondo, mi sono sempre chiesta con cosa avrei potuto confondere la pianta su cui stavo studiando, un po’ per paura di raccogliere piante velenose, un po’ per pignoleria e sicurezza di quello che sto osservando. Di seguito le differenze tra il Nigra e l’Ebulus, per non confonderli. In questo specifico caso entrambi sono in parte tossici ( tutte le parti verdi e anche i frutti non maturi sono tossici ), quindi le diversità sono per riconoscerli in quanto piante diverse.
Periodo di fioritura: il S.N. fiorisce tra aprile e maggio, l’E. a luglio.
I fiori sono differenti: l’E. ha le antere rosso/ fucsia, il S.N. gialle, l’E. fa un unico corimbo centrale, il S.N. ne fa molteplici fiori a corimbo.
IL S.N. è un albero alto fino a 10 / 12 mt, l’E. un arbusto max 2 mt, quindi con un fusto sempreverde, che fa fotosintesi clorofilliana senza corteccia.
Le foglie nell’E. sono imparipennate, lanceolate e leggermente picciolate, nel S.N. sono ovate.
L’E. cresce solitamente in gruppo, il S.N. molto spesso è solitario.
Il profumo: il S.N. è molto profumato, l’E. ha un odore sgradevole. Addirittura a causa del suo odore di carne putrefatta in Scozia si pensava che l’Ebulus crescesse nei campi dove si erano combattute guerre e si era perso molto sangue.
I frutti: i l sambuco nero ha bacche commestibili che si piegano verso il basso quando maturi, mentre l’ebbio ha bacche tossiche che restano dritte.


Utilizzi:
1/ Col succo rosso che si ricavava dalle bacche del sambuco anticamente si faceva l’inchiostro e si tingevano le stoffe.
2/ Le proprietà curative del sambuco: erano così apprezzate in Germania e Austria che l’albero era comunemente chiamato “Farmacia degli Dei”. La tradizione voleva che al suo cospetto ci si inchinasse 7 volte, perché da 7 delle sue parti si potevano estrarre le cure: fiori, con funzione depurante; frutti, contro mali da raffreddamento; foglie, per impacchi della pelle; corteccia, come riequilibrante intestinale; radici, per fare decotti; resina, usata come pomata contro le lussazioni; germogli, che aiutavano con le nevralgie. Il succo ottenuto da schiacciamento di radici e foglie veniva adoperato come antireumatico e analgesico locale, il decotto trovava impiego nel trattamento dell’eccessiva sudorazione dei piedi, per il trattamento del raffreddore e come espettorante, in caso di febbre, ma anche per il trattamento di coliche, sinusiti, congiuntiviti, mal di testa, reumatismi e come lassativo.
3/ In cucina: i fiori e le drupe sono molto buoni. I frutti vanno raccolti a piena maturazione e cotti a dovere per essere trasformati in marmellata. Attenzione però perchè da acerbi contengono alte concentrazioni del glicoside sambunigrina, un elemento tossico per gli esseri umani se consumato in elevate quantità, può provocare disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea. Con i fiori invece si possono preparare sciroppi o spumantini, oppure si possono anche pastellare e friggere.

Ecco una ricetta
Sciroppo di sambuco:
10 fiori; 2 kg di zucchero; 3 limoni biologici con buccia edibile; 20 gr acido citrico
Metti tutto in una bottiglia in vetro e chiusa, al sole, per 48 h. Dopodiché filtra e imbottiglia. Bere diluito con acqua e ghiaccio oppure preparaci un Hugo 1
Se non c’è abbastanza sole, prepara prima uno sciroppo di acqua e zucchero per aiutarlo a sciogliersi.
Non si butta nulla: le fette di limone usate, falle essiccare !
Michela Fronti
Note
1. L’Hugo, detto anche Hugo Spritz, è un cocktail da aperitivo fresco, leggero e facile da fare a base di Prosecco.
Ingredienti:
150 ml di Prosecco; 20 ml di sciroppo di melissa o fiori di sambuco; seltz o soda; ghiaccio; foglie di menta fresca; 1 fettina di limone o lime